Ieri, viaggiando su e giù in treno per il nord Italia, mi sono immerso (e perso) nella bella lettura del romanzo di Susan Vreeland.
Se mi aveva colpito La ragazza con l’orecchino di perla (della Chevalier), per atmosfere, e sopratutto per la rappresentazione di un sentimento non ovvio, la Vreeland con La passione di Artemisia regala un romanzo con molta più azione e con un’eroia davvero moderna, quell’Artemisia Gentileschi (figlia di Orazio) che fu una tra le prime pittrici donne a emergere sulla scena italiana (la primissima, per popolarità, può essere considerata Sofonisba Anguissola).
La cosa che più emerge nel romanzo, almeno nelle sue prime 100 pagine che ho divorato in poche ore, è il carattere di questa pittrice. Un carattere che, con sapienza, l’autrice fa emergere specchiandolo nelle tele di Artemisia. Lo si può ritrovare infatti anche nella sua opera più famosa, Giuditta e Oloferne. Date un’occhiata qui sotto, e provate a scorgere l’intenzione. Ne lascio per questo due interpretazioni, la prima di Michelangelo Merisi da Caravaggio (detto Caravaggio), l’altra è proprio quella di Artemisia.
La prima versione sembra sofferta. Come se la delicata Giuditta, una giovane donna (pallida ed esile), fosse in definitiva combattuta e dispiaciuta nel decollare Oloferne (un nemico, tiranno e despota). Artemisia, invece ne dà a mio avviso una versione più veritera. Giuditta non è per niente fragile o addolorata, è un donnone con braccia possenti e un viso risoluto, venato da sottile piacere mentre sgozza Oloferne. Dovuto alla sua vita? Alle sue esperienze? Alle violenze subite? Forse. Di certo è un’ottima interprete, poco conosciuta da chi non è addentro al mondo dell’arte, ma non meno talentuosa di molti altri maestri.
Caravaggio:
Artemisia:
Si vede che la storia dell’arte ti scorre nelle vene. E io, e puoi immaginare il perché, non posso che apprezzare le tue piccole lezioni.
Thanks
Questo libro è lì che aspetta e mi incuriosisce moltissimo questa donna. Alla mia ragazza, poi, il libro era paciuto moltissimo.
Per ora sto leggendo ‘Una ragazza da Tiffany’ della Vreeland…
sui quadri hai perfettamente ragione, per quanto io ami Caravaggio, è proprio l’intenzione ad essere diversa.
E’ un bel romanzo, su una figura davvero particolare e interessante. Lo consiglio a entrambi! 😉
L.