Puro

Oggi per telefono sono stato definito così: “Luca, tu sei un Puro…”.  Non so perché, ma immediatamente la cosa m’ha indispettito. Badate bene: non è un insulto, per me è un complimento. O almeno dovrebbe esserlo. Ma siamo talmente abituati, fra letteratura e film, a vedere i “puri” schiattare fin dalle prime battute, che in me è scattato quel senso di fastidio. Questo non m’è piaciuto. È chiaro che è in atto, nella nostra società, come in altre ben più estremiste, un appiattimento di valori. I Puri, come dicono i libri e i film, sono destinati a morire e alla svelta. Quindi mi preparo alla mia dipartita con allegria, come mi conviene (e comnque no, non sono un puro, sia ben chiaro: uso questa frase come un pretesto per parlarne).

Un amico tempo fa mi diceva che gli “scrittori” (passate per i loro blog) oggi come oggi devono trattare i temi della quotidianità: notizie, fatti, eventi, ecc. Lo scrittore nella sua Torre d’Avorio, da solo, a scrivere, quello cioè di 100 anni fa, è ancora là… ma morto stecchito.

Nell’era di internet e dei social network lo scrittore deve, in sostanza, dire. Io, che non mi considero uno scrittore (anche se due sabati fa ho terminato un romanzo, e giovedì scorso ne ho finito un altro), faccio fatica per carattere (oltre che “puro” sono un “timido”), a disquisire con eleganza dei “fatti del giorno”. Il motivo? Un po’ perché credo che a nessuno possa interessare cosa ne penso io del Caso Vespa-Murgia, o del caso Gheddafi-Donne Oggetto, dall’altro perché anche parlarne nei blog – come vedo fare,perché li seguo – non cambia assolutamente nulla. 

Anzi, dirò di più e mi sbilancio, spesso l’onda lunga delle chiacchiere via blog – blog tenuti anche da “esimi” “giornalisti” e “giornaliste” (ma mettiamoli in virgolettato, perché se penso a Montanelli, Terzani e Fallaci questi signori qui sopra non son degni di leccargli le scarpe) – si trasforma in moda. Pura. Consumistica. Fredda e inutile. Non vi pare? A me pare eccome. Tornate su quei blog, che indignati cercano per primi di dire la loro, tornateci anche solo tre giorni dopo. Cosa resta? A chi è andata bene, un 200 commenti e un posto in più nella classifica di Wikio. Accidenti! No, grazie. Non fa per me. Non inseguo l’onda lunga.

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E a proposito di Oriana Fallaci, sto leggendo La Rabbia e L’Orgoglio. Con ritardo, ma nel 2001, quando uscì, mi rendo conto che non l’avrei apprezzato come ora, 9 anni dopo (e, per me, 9 anni in più). Cosa dire? Non esprimerò un giudizio su questo volume. Ma va letto. È un coacervo di idee. È il grido di rabbia di una donna in fin di vita, ma ancora forte e fiera. Non importa se io, personalmente, non mi trovo d’accordo o meno con le tesi esposte dalla Fallaci: la sua voce va ascoltata e rispettata ugualmente. Posso essere più in linea con un Terzani (un Puro anche lui, ricordiamocelo), ma la rabbia della Fallaci è un grido che mi affascina.

L.

12 thoughts on “Puro

  1. Anche se non sono scrittore mi sento tirato in causa perché io ho parlato, per esempio, del caso Vespa-Murgia sul mio blog.

    Credo tu abbia in parte ragione quando dici che, sì, alla fine parlarne non cambia nulla (specialmente se ne parlo sul mio di blog, che è frequentato da 5 individui, o presunti tali, più o meno). Probabilmente neanche la mia idea interesserà a qualcuno, però io credo di avere tutto il diritto di esprimerle e, beh, quando lo faccio lo faccio semplicemente perché mi va di farlo e di certo non penso che parlarne possa migliorare l’afflusso di persone al mio blog (cosa che, in fin dei conti, neanche mi interessa)né che parlarne possa risolvere le cose. In tutta semplicità uso il blog come sfogo di pensieri.
    Quando leggo qualcosa che mi colpisce, poi passo il tempo a pensarci e alla fine sfocio nel post.

    Per quel che riguarda il puro… hai ragione. E’ un complimento che, probabilmente, si tende a vedere negativamente.

  2. Non metto in dubbio la tua buona fede, Andrea. Sono certo che qualcun’altro di “puro” là fuori ci sia ancora (nemmeno il sottoscritto, ripeto). Ma personalmente storco sempre un po’ il naso a quella che chiamo “l’onda lunga”. O almeno, sotto sotto se ne perscepiscono i motivi. E’ una forma di pubblicità, non c’è niente di male ad ammeterlo, ma il fatto che nessuno lo dica o lo ammetta un po’ mi lascia peplesso. Posso anche parlarti della vecchia questione del fantasy: libri colti vs. vampiri alla Meyer, e politica degli editori. Se ricordi, sempre su certi blog “blasonati” (non certo da me, che oso credere di riuscire a vederli per quello che sono), scoppiò un casino con accuse micidiali. MA A DISTANZA DI MESI NON E’ CAMBIATO NULLA (lo scrivo in grande, così si vede bene): TUTTO E’ FINITO NEL DIMENTICATOIO.

    Ecco, diciamocelo, chi ha sollevato la questione non l’ha fatto perchè la sentiva: l’ha fatto per MODA. Per fare accessi. Poi è morta lì. Sarà che come giornalisti ho modelli alti, ma oggi come oggi in Italia lasciano tutti a desiderare (l’importante è restare nella classifica di Wikio!). E’ l’atteggiamento, il solito parlar bene (a volte nemmeno quello!) e razzolare malissimo. Su alcuni di questi giornalisti, muovendomi nell’ambiente dell’alta editoria nostrana da due annetti a questa parte, potrei raccontarti cose da far rizzare i capelli. Evito. Non ho detto che non è giusto parlare. Ne parlerò anch’io, delle stesse cose (e magari ne ho già parlato, facendo però riferimento al femminino in Marion Zimmer Bradley), piuttosto che sul “caso del momento”, Murgia ecc. Perchè, anche qui, in questa storia, mi senmbra sempre un “niente di nuovo sotto al sole”. La storia si ripropone, ciclicamente. 😉

  3. Forse hai ragione.
    Probabilmente ce l’hai. Di certo, spesso, si predica bene e poi si razzola male.

    Il mio intervento non era rivolto alla ‘difesa’ di quelli che scrivono sui fatti quotidiani, spero questo sia chiaro. Capisco benissimo cosa intendi dire e, probabilmente, a volte mi soffermo poco a riflettere sul cosa significhino davvero certe uscite. Io ho detto solo quel che mi riguardava perché, appunto, mi sentivo un po’ tirato in causa. Poi, continuo anche a credere (sperare?) che qualcuno di buono, in mezzo a questi giornalisti, ci sia…

    Poi, sai… io sono una persona piuttosto ingenuo e per me l’uscita di Vespa, per quanto possa essere non nuova, mi ha davvero lasciato perplesso. Però, ripeto, io sono ingenuo e spesso poco informato. So che è una grave pecca, però è così, quindi spesso trovo queste news proprio in quei siti di cui tu parli… ecco perché mi ritrovo anch’io nell’onda lunga. XD

  4. Tranquillo, Andrea, si era capito. Seguo anche il tuo blog, ma non m’è mai parso rincorressi farfalle polemiche, o altro. E nemmeno ti incensassi in modi, francamente, biechi. Credimi, ti seguirò ancora. E poi aspetto il tuo commento su Abbiamo sempre vissuto nel castello, non te lo scordare!
    L.

  5. Grazie. :)
    No, le polemiche non mi piacciono. E fortunatamente tra i pochi lettori del blog non c’è nessun polemico ma solo persone pacate e tranquille, che se anche hanno idee diverse dalle mie le esprimono con molta delicatezza.
    Di incensarmi non ne ho motivo, devo dire la verità. Se mai ne avrò motivo… vedremo! XD
    Io sono molto felice che tu mi segua e sicuramente non mi scorderò di Abbiamo sempre vissuto nel castello. Ti assicuro, è impossibile dimenticarselo! 😉
    Un salutone!

  6. Tra una discussione e l’altra, resto in attesa di news succulenti (come quelle sui nuovi romanzi che hai scritto). Novità per Reverdito?
    Ah, quanto mi mancavano i tuoi post!

  7. A breve, ma non so quanto succulente e/o piacevoli. Come in tutti i lavori, anch’io trovo certe difficioltà, Alfredo, sopratutto quando io dico una cosa, e chi mi sta sopra non ascolta la mia voce e fa come gli pare. Comunque, per ora nn entro nel merito della discussione, temo ce ne sarà tempo.

    Ti rigrazio per essere passato di qui, mi fa piacere leggerti! :)

    L.

  8. Io ti tengo sempre d’occhio: mica mi dimentico di te! Sarò incasinato per i fatti miei, ma passo sempre a leggerti (con piacere) sperando di trovare qualcosa di nuovo.

  9. Lo so, Andrea. Purtroppo, e sono serio, è fonte di enomri amarezze: sopratutto da un mese a questa parte. Ora come ora non mi soffermo sulla questione, ma ci tornerò. Resta il dispiacere per il lavoro, il tempo, e l’impegno che ho messo in tutto questo. Come sempre, mi do: troppo.
    L.

  10. Capisco a cosa ti riferisci e, sapendo quanto impegno metti nel tuo lavoro me ne rincresce, davvero.
    A volte, purtroppo, è così: ci si dedica anima e copro ad una cosa per poi… credo però se si tratta di una cosa in cui credi, tu faccia bene a continuare a metterci tutto te stesso, indipendentemente dai risultati.
    Noi ti stimiamo anche per questo.

  11. Con ‘capisco a cosa ti riferisci’ non intendevo che so a quale particolare situazione tu faccia riferimento, ma all’amarezza di essersi impegnati e poi sbattere contro un muro. Ecco… tanto per chiarire che poi dicono che so i segreti XD

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