L’Amuleto del Golem di Tolomeo, ossia: adoro Jonathan Stroud

Poche storie: è davvero un autore magnifico. La verve di Bartimeus mi ha fatto compagnia, mi ha fatto ridere, sghignazzare, sorridere, e in ultimo anche commuovere. Ma quello che mi piace di Stroud, oltre a come usa la parola scritta, alla facilità di lettura (che non significa in alcun modo sciatteria di linguaggio) è anche il portentoso mix di magia-storia-contemporaneità.

Immergermi nelle battute spudorate del jinn Bartimeus, e leggere di come sia affondata Atlantide, piuttosto di chi abbia eretto le mura di Ur o i Giardini Pensili di Babilonia (sopratutto per uno storico dell’arte) è divertentissimo.  E ora aspetto che arrivi anche da noi, questo…

 

…ma prima che arrivi l’Anello di Salomone, c’è tempo per parlare dei primi tre romanzi, che ho finito di leggere da poco, e che consiglio vivamente a tutti i lettori accaniti che passano, di tanto in tanto, da queste parti.

More about La trilogia di Bartimeus

L’amuleto di Samarcanda: ★★★★★
L’occhio del Golem: ★★★★
La Porta di Tolomeo: ★★★★★

L’Amuleto di Samarcanda

La lettura di questa trilogia di Jonathan Stroud (trilogia almeno per ora, visto che l’autore avrebbe annunciato la stesura del 4° romanzo, “L’anello di Salomone”) era d’obbligo. Me ne hanno parlato bene in tanti, troppi per lasciarsela scappare, e con l’uscita del volume singolo l’ho fatta subito mia.

Già, il volume singolo: 1140 pagine. Lo schianta polsi, così come lo chiamo io, che più scomodo non si può e che spinge a destreggiarsi in pose contorsionistiche durante la lettura da fare invidia a un jinn. Ma a parte questo fatto contingente, il primo romanzo merita davvero. Può ricordare un sacco di altre opere, dalla Rowling alla Clarke, ma solitamente questa è prerogativa dei lavori migliori: ricordare qualcosa che ci ha colpito o ci è piciuto, pur non essendo quella cosa in particolare.

Stroud vince senza dubbio grazie alla figura di Bartimeus: scaltro, irridente, smargiasso, oltraggioso, folle… il vero personaggio che tiene banco, che regge la narrazione rendendola coinvolgente e brillante, diversa appunto da molte altre cose in circolazione. Piacevolli anche le note a fondo pagine, che sebbene rallentino in qualche caso la narrazione, sono sempre divertenti, sagaci, e brillanti.

L’occhio del Golem

Ottimo continuo, anche se all’inizio (prime 150 pagine) con meno mordente rispetto al precedente romanzo. Il motivo è semplice da capire. C’è una maggiore ripartizione delle scene: Nathaniel, Kitty, Bartimeus (quando nel primo era solo Nathaniel e Bartimeus) e così facendo il vero protagonista della serie – cioè Bartimeus, la parte più brillante, divertente e dissacrante – viene un po’ compresso in quei capityoli che gli spettano. Tutto questo si fa sentire, ma c’è anche da dire che l’intreccio è sicuramente eccellente. E la parte più divertente è lo scontro/incontro/dialogo fra lui e l’afrit Honorius… tutta da leggere.

Emerge tuttavia il lato più emotivo dei personaggi, che son più tridimensionali e complessi, con la lenta trasformazione di Nathaniel e la scoperta di Kitty, che ribalta il ruolo “del buono” della situazione. Questo è molto interessante, a mio avviso. Se nel primo libro si era portati a parteggiare per Nathaniel, nel secondo non si smette di vederlo come un piccolo idiota privo di nerbo.

In pratica, ci si cala nell’ottica esatta di Bartimeus. E’ chiaro che l’intendo dell’autore è proprio questo, glorificare il jinn e farci entrare nel suo mondo, e gli riesce davvero molto bene.

La Porta di Tolomeo

Bellissimo. Completo. Toccante. Degna e grandiosa conclusione di una Trilogia di tutto rispetto. C’è poco da dire, Jonathan Stroud mi ha rapito, divertito, fatto arrabbiare e commosso (l’ultimo capitolo di questo romanzo è un piccolo gioiello nel gioiello, che arriva a emozionare e a lasciare il segno). Finalmente Bartimeus, Kitty e Nathaniel hanno lo spazio che meritano, il peso che meritano, e tutto lo spessore per renderli tre personaggi completi e complessi.

Bartimeus aveva già lasciato il segno col primo romanzo, ma è col terzo che emerge qualcosa in più oltre il suo essere buffo, cinico e saccente.

Kitty e Nathaniel invece hanno un pregio in più rispetto ai volumi precedenti, qui cambiano, maturano. Affascinante è che Stroud è chiaramente affezionato a tutti loro, ma non si fa impietosire da questo. Lì segna, li brucia, li ferisce oltre l’impossibile. Li uccide, ma nel farlo li rende figure immortali e grandiose.

La finezza di questo autore sta anche nell’uso delle parole, ad esempio: finché Nathaniel non scopre o riscopre se stesso, nel testo viene chiamato con l’appellativo col quale è conosciuto fra i maghi, Mandrake. Ma appena la scintilla del suo vecchio io si riaffaccia, ecco che l’autore torna a chiamarlo col suo nome d’origine, Nathaniel, e il personaggio si riconquista il suo ruolo di comprimario a tutti gli effetti.

Tanto di cappello e un applauso a Jonathan Stroud, che con questi tre romanzi scala la mia classifica degli autori preferiti conquistandosi un meritato posto sul podio.

Ciao,

L.

9 thoughts on “L’Amuleto del Golem di Tolomeo, ossia: adoro Jonathan Stroud

  1. Ho letto l’amuleto e l’ho trovato davvero ben fatto. Ho i due volumi successivi là che mi fissano dalla libreria assieme a molti altri tomi… questa tua recensione mi fa venir voglia di fargli saltare qualche posto nella fila d’attesa. Ovviamente attendo anch’io la venuto dell’anello di Salomone.

  2. Una parola: leggili.

    Il 2° mi ha colpito molto nel finale, e in certe scelte dell’autore. Ma dei tre, suppur bello, è quello che mi ha lasciato meno “estatico”.

    Ho capito il perché leggendo il 3°. Bellissimo…

    L.

  3. Luca guarda che lo voglio pure io il bambolotto di Azzolini… ho già in mente un bel rito voodoo con spilloni annessi…
    Quanto a Barti, come non essere d’accordo? *_*

  4. Chi non ha in mente riti voodoo pensando a me? Chi?!

    Barti è un personaggio davvero speciale, sono contento che me l’abbiano consigliato. E ringrazio sentitamente… :)

    L.

  5. Visto che sei di Mantova, sei andato a vedere Stroud al Festivaletteratura? Io sono stato il suo interprete, devo dire che si è dimostrato simpaticissimo. Gran personaggio. Mi sono persino registrato sul suo Forum, è talmente carino che risponde personalmente alle domande dei lettori.

    Nicola

  6. Ciao Nicola,
    benvenuto sul mio sito! No, per motivi di lavoro non ho potuto partecipare, anche se mio sarebbe pipaciuto molto. E’ un magnifico autore e merita davvero il successo che ha. Deve essere stato davvero emozionante poter parlare con lui dei suoi lavori, complimenti!
    L.

  7. Questo post mi era sfuggito… Adoro Stroud, la trilogia di Bartimeus è una delle mie preferite in assoluto, in particolar modo l’esordio dell’Amuleto e il finale della Porta.

    Ciao :)

  8. Ciao Pia! 😉
    Approvo! Ho conosciuto Stroud grazie alle insistenze di vari amici, e ho approfittato dell’edizione “schianta-polsi” per avere tutti e tre i volumi in un tomo solo.
    La lettura è stata davvero avvincente, anche se mi sono contorto come un matto perchè il libro pesava davvero come un macigno. Però… wow, che storia!
    Concordo, sono passaggi bellissimi quelli che hai segnalato.
    L.

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