Nemesis – L’Ordine dell’Apocalisse

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«Non esiste grido di dolore senza alla fine un’eco di gioia» dice Ramòn de Campoamor in apertura di romanzo. Ha ragione. E questo romanzo è ricco di grida di dolore, ma, sopra ogni altra cosa echeggia l’eco di gioia. Quante cose ci sarebbero da dire per parlare compiutamente di Nemesis – L’Ordine dell’Apocalisse. Molte, è vero. Ma se si deve partire da un punto qualsiasi, sicuramente la scelta cade su come sono stati indagati i caratteri dei suoi due protagonisti (entrambi con l’uso della prima persona).

Ellen è ironica, invadente, moderna, a volte capricciosa, a volte divertente e scanzonata. Una giovane donna che non si scoraggia davanti alle avversità, prima della vita e poi della sua condizione di Demone Emerso. Forte e fragile. Sì, anche. Francesco è riuscito a tratteggiare un personaggio di grande spessore che può ricordare un’amica o una compagna di liceo, e che proprio per questo funziona quando la ritrovi con i suoi dubbi e le sue certezze in quelle pagine che, altro merito, volano via con grande leggerezza.

E poi c’è Kevin. Un Angelo Ombra cresciuto nella consapevolezza del suo ruolo: sicuro di ciò che è, e vorrebbe diventare. È nato per essere un Angelo. Sapeva a cosa andava incontro e fin dall’età di otto anni viene addestrato per questo. Rigido, fiero, un po’ all’antica, è il giusto contraltare per una Ellen che non vuole, non può, e non sa essere ciò che tutti si aspettano: un Demone. Kevin no, è esattamente quello che tutti si aspetterebbero da un Angelo, ma anche qui si è voluto andato oltre. In tutto questo “bianco”, nella apparente perfezione e rettitudine, ecco che Francesco ha fatto colare una densa macchia di nero. Solo un puntino. Ma tale che, a ben vedere, è capace di destabilizzare la perfezione di quella tonalità.

Quel puntino è il suo passato. Ancora una volta, il passato diventa una delle tematiche preferite da Francesco Falconi. Ciò che si annida nella vita di tutti, i trascorsi insondabili che non permettono – quasi mai – di afferrare per davvero una persona, diventa chiave di lettura per il futuro. Tuttavia, questo elemento, il passato, appunto, diventa la chiave di volta prima dell’unione e poi della rottura fra Ellen e Kevin, e quindi chiave per risolvere la loro stessa tormentata relazione. Nota a parte, perché merita citarla (almeno da un mio punto di vista), è notare come viene indagata proprio la parte sentimentale del romanzo. Un romanzo per giovani adulti (ne ho letti così tanti che basta d’are un’occhiata alla mia libreria per rendersene conto) spesso e volentieri sfiora questa tematica. Anzi, ne fa il centro di tutto. Qui no, resta per buona parte del romanzo ai margini, non diventa una costante ossessiva. Eppure, proprio per questo motivo, arriva con più forza: perché non si trascina in alcun modo. E’ lì, arriva d’impatto. Un colpo secco. L’amore che Kevin prova per Ellen è mentale, è carnale, è impossibile (ma fino a un certo punto), e soprattutto va contro tutte le regole imposte da una società antica, piena di regole e tabù.

Ma è giusto parlare anche dei personaggi secondari di questo romanzo. Non è un caso, almeno per chi ha letto la precedente produzione di Falconi, ma anche in Nemesis troviamo dei personaggi secondari capaci (in quei brevi passaggi) di catturare l’attenzione e rubare la scena ai protagonisti. Rachel, lo ammetto, su tutti mi ha davvero colpito e fin dalle prime battute. Da subito, ma sarà una fissa mia, ha colto la mia attenzione per la delicatezza, la dolcezza e il dolore che traspariva dalla sua figura. Inghinn, ancora, Angelo Ombra spietata e manipolatrice, è invece altrettanto ben definita, ma in senso opposto. E’ gelida, sofisticata e calcolatrice. Si potrebbe continuare per ore, e non entro nel merito. Lascio alla lettura, ma tanto di cappello per un’altra scena ancora, in cui la madre di Ellen, Jamye, schiaffeggia sua figlia. Molto intensa.

E poi l’ambientazione. Per certi versi è suggestivo vedere luoghi da cartolina, ammantati di mistero, tingersi di piume nere e bianche che s’intrecciano assieme. Un mondo governato, dominato e spinto nei suoi eccessi, da un nugolo di creature soprannaturali con una loro società, un’etica, un’organizzazione e ferree regole. Da un lato fa quasi senso vedere quanto sono “umane” le creature sovrannaturali ideate da Francesco: hanno tutti i nostri pregi e difetti, ma forse soprattutto quelli. Affascina anche per questo.

Ci sarebbero ancora parecchie altre cose da aggiungere, troppe. Il rapporto genitori figli, l’amicizia, le regole, le imposizioni sociali, cosa è giusto e cosa è sbagliato, e secondo chi (mutevole, come sempre), ma diventerebbe uno sterminato commento. Commento, e non recensione, ma altrettanto onesto e sincero (mi va di ribadirlo prima che i soliti malevoli vengano qui a inzuppare il naso in silenzio, e non solo quello), ma commento che è anche un dovuto omaggio, e un grazie, all’Autore di tante belle storie che anche questa volta ha saputo aprire uno squarcio improvviso sull’irreale, permettendoci di conoscerlo.

L.

13 thoughts on “Nemesis – L’Ordine dell’Apocalisse

  1. Beh, io ti faccio sapere che odio i tuoi ‘commenti’, perché poi mi fan venire una voglia pressante di leggere il libro trattato! 😀
    Vedrò di procurarmelo al più presto. Falconi mi piace molto e questa storia è intrigante.

  2. Falconi ne ha scritto un altro? Non c’è che dire: è davvero uno tosto!

  3. Un buon commento che, come dice Vocedelsilenzio, invoglia la lettura; non che ce ne sia bisogno con Francesco, che propone storie interessanti e spunti di riflessione.

  4. Ciao M.T.
    Benvenuto sul mio sito, e grazie per il commento. Non ho fatto molto, in effetti. Ho solo “raccontato” il libro, così come l’ho percepito io leggendolo. C’è molto altro da dire su Nemesis, ma questo lo lascio scoprire a chi avrà la fortuna di leggerlo.
    Ciao!
    L.

  5. Hai aiutato a conoscerlo con il commento che hai postato e il passaparola vale più di tante pubblicità. Hai messo i punti giusti per rendere interessante la faccenda; il resto sta al lettore scoprirlo 😉

  6. Grazie M.T.,
    il commento è più che meritato, mi sono proprio divertito leggendo questo romanzo, quindi c’è poco da aggiungere (e credo sia emerso dalle mie parole, nate proprio di getto). Poi di Francesco ho letto molto (cioè: tutto). Lo seguo dalla prima ora, e la sua crescita come autore è sotto gli occhi di tutti (anche di quelli che gli occhi li vogliono tenere ben chiusi, e lo dimostrano chiaramente). La qualità che più gli invidio, in senso buono e lui lo sa, è che sa muoversi su più registri con molta naturalezza: non ce ne sono tanti in giro che sanno fare questo. Ma è un discorso lungo. Comunque, a tutti, buona lettura!
    L.

  7. Di lui non ho letto tutto come te, ma la capacità di variare nell’ambito fantastico su più fronti è valido, portandolo anche a fare scelte coraggiose, come usare nello scrivere il punto di vista in prima persona, a mio avviso uno dei più ostici.

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