#FreeGhonchehGhavami, una storia di volley e libertà.

Lei è Ghoncheh Ghavami, ha venticinque anni, e da 74 giorni è incarcerata assieme ad altre ragazze per aver voluto vedere una partita di volley… in Iran. La notizia mi ha ovviamente colpito per la sua insensata brutalità, ancora di più, e a maggior ragione, da quando mi sono avvicinato al mondo della pallavolo col romanzo Volley Star

Il 20 giugno scorso un gruppetto di donne aveva cercato di entrare allo stadio Azadi (che significa libertà), dove la fortissima nazionale maschile di volley giocava contro l’Italia una partita della World League (poi vinta dai padroni di casa: 3-0).

Cito dal Corriere. «Ha 25 anni e studia legge all’Università di Londra, si trovava in Iran da due mesi per insegnare a leggere ai bambini di strada. Pensava che le donne potessero entrare allo stadio per le partite di volley, il Paese aderisce alla Federazione internazionale e sui giornali si diceva per volere del presidente le donne erano ammesse. Invece l’hanno arrestata e tenuta in isolamento per 41 giorni durante i quali il suo avvocato non ha potuto incontrarla nè avere accesso al suo dossier. Siamo disperati, e non solo io e i nostri genitori, ma i nonni, gli zii, tutti quanti».

Se volete approfondire, ecco il link all’articolo:

http://www.corriere.it/esteri/14_settembre_14/ragazze-volley-maschile-l-iran-spedisce-carcere-ddd753ec-3bd9-11e4-b554-0ec832dbb435.shtml

La notizia è passata quasi del tutto inosservata sui media, forte di un regime che in Iran da 30 anni schiaccia i diritti delle donne, degli emarginati e di ogni minoranza sociale, sessuale e religiosa. Nota a margine: alcuni commenti che ho letto sul sito del Corriere mi fanno rabbrividire. C’è chi auspica QUESTO anche in Italia (vi invito a leggere i commenti sessisti, omofobi e violenti lasciati da chi si nasconde dietro l’anonimato del web), persone indegne di essere chiamate a questo modo.

A parte questo, solo una cosa. #FreeGhonchehGhavami.

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