Intervista su The Fantasy World

Voglio ringraziare il bravo Andrea Storti (alias Vocedelsilenzio) che per The Fantasy World ha avuto la pazienza di intervistarmi.

Più che altro è stata una bella chiacchierata, di cui lo ringrazio ancora. Ha voluto sapere tutto, ma proprio tutto (e anche di più). Ed è stato fin troppo buono con le domande!

Per chi volesse lascio il link qui sotto, in cui, come di consueto, chiacchiero di fantastico, del mio rapporto col fantasico, e della narrativa di genere in Italia.    

INTERVISTA SU: THE FANTASY WORLD (Clicca qui).

 

 

5 thoughts on “Intervista su The Fantasy World

  1. Bravo? Mmh… guarda, comunque mi sa che, tra i due, quello che ha più pazienza con l’altro sei tu. XD
    Però ti do ragione sulla bella chiacchierata. Mi è davvero piaciuta!
    Grazie della segnalazione. 😉

  2. Ho letto l’intervista e ho visto che affermi che sei anche un ghostwriter. E’ un argomento difficile da affrontare e alle volte controverso. Sei uno scrittore edito e anche un editor, come mai quella scelta? E’ perché i progetti proposti sono interessanti, un modo per mettersi alla prova o perché la passione per scrivere è tale che non importa se sulla copertina del libro c’è un altro nome invece del tuo?

  3. Ciao Mirco,
    grazie per averla letta. Faccio qui una premessa che non ho fatto là, e cioè che scrivere, per me, è più piacevole che apparire. Non inseguo l’idea dello “scrittore da salotto TV”, tanto per dire. La parte più importante del lavoro di un autore sta altrove, il resto (presentazioni, interviste, convention) arrivano molto dopo e sono un contorno. Il lavoro da ghostwriter è altamente professionalizzante, per come lo vivo io. Ti mette in contatto con realtà di altissimo livello, che spesso e volentieri (quasi sempre) lavorano a livello internazionale. Ecco, io ho imparato davvero tanto. Dalla costruzione delle trame, all’editing professionale, a tutta una serie di modi per presentare un lavoro in maniera, mi viene da dire, completa. Non entro nel merito, ma esistono diverse espressioni dell’essere ghost, con sfumature a volte anche molto particolari. Ed è un’ottima scuola. Il mio nome in copertina non è così fondamentale, certo c’è la voglia di veder riconosciuto il proprio lavoro, ma quando si è a contatto con ambienti dove l’editoria si respira a pieni polmoni, ecco, io che la amo a 360°, e che cerco di capirne i meccanismi, non ci faccio nemmeno tanto caso. L’importante è lavorare e lavorare bene.
    A presto,
    L.

  4. Grazie per la testimonianza, è interessante, serve a comprendere meglio questo lavoro, di cui si sente parlare, ma non si sa molto. Come si diventa gosthwriters? Occorre essere già dentro all’editoria oppure è un modo per entrare nel mondo dell’editoria?

  5. Figuarti, di nulla. Venendo alle tue domande: sono valide entrambe le prospettive. Una non esclude l’altra, e viceversa. Non va interpretata come un’evoluzione o una involuzione di un autore, questo intendo.
    L.

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